Pronomi personali complemento
Il vigile stava fischiando a noi !
Le forme del pronome personale utilizzate in funzione di complemento sono due:
- una forma tonica o forte, che evidenzia il pronome;
- una forma atona o debole, che nel discorso si appoggia al verbo.
A) PRONOMI TONICI
Le forme forti (toniche) hanno un proprio accento, e hanno per questo motivo, un rilievo maggiore:
Il vigile stava fischiando a noi !
Le forme deboli possono avere solo funzione di complemento oggetto o di complemento di termine:
Il viglile ci stava fischiando
e non possiedono un proprio accento (atone). Di conseguenza esse si appoggiano al verbo: a volte lo precedono e si chiamano proclitiche:
Ci vogliamo congraturare con te.
a volte lo seguono e si chiamano enclitiche :
Vogliamo congraturarci con te.
- I pronomi tonici me, te, lui (esso), lei (essa), noi, voi, loro ( essi ), sé - si usano:
a) in funzione di complemento oggetto, quando si vuole mettere in evidenza il pronome ( altrimenti si preferisce la forma atona) :
Vogliono te al telefono, non Paolo.
b) in funzione di complemento indiretto di termine, quando questo è introdotto dalla preposizione a :
Consegna a lui questa lettera.
c) in funzione di complemento indiretto introdotto da una preposizione:
Verrò questa notte con loro.
B) PRONOMI ATONI
I pronomi atoni mi, ti, lo,gli, la,le,ci,vi,li,le,ne,si chiamate anche particelle pronominali, si usano :
a) in funzione di complemento oggetto:
Ti vedo dalla torre.
b) in funzione di complemento indiretto di termine, ma in questo caso esso non è introdotto dalla preposizione a:
Domani ti porterò i documenti che mi hai chiesto.
Ci e vi sono pronomi personali atoni di 1ª e 2ª persona plurale con funzione di complemento oggetto e di complemento di termine senza la preposizione a:
Vi ho visto.
Ci ha scritto.
Possono avere anche le funzioni di:
a) avverbi di luogo:
Ci vado una volta al giorno.
Ci sono ancora delle patatine?
C'era una volta ...
b) pronomi dimostrativi, per lo più con valore neutro:
Non ci credo.
Non ci penso neppure !
Spesso ci e vi hanno valore rafforzativo:
A casa quando ci torni? (con valore di avverbio di luogo)
Non ci credi alle fate? ( con valore di pronome dimostrativo).
La particella ne può essere un pronome quando significa “di quella cosa” – “di quella persona”.
Hai visto mio figlio? Perché non me ne parli? (ne= di lui = pronome)
Hai ancora un po’ di pane? Me ne dai un pezzo? (ne= di quella cosa = pronome)
da non confondere la particella ne quando invece ha valore di avverbio di luogo.
Hai visto mio figlio? Perché non me ne parli? (ne= di lui=pronome)
Se ne andò tutto soddisfatto. (ne= di là= avverbio)
ne particella pronominale di può sostituire con di lui, di lei, di loro, di questo
ne avverbiale si può sostituire con di là, di lì, indica allontanamento.
Ne è pronome personale atono di 3 ª persona singolare e plurale e dimostrativo e come tale può assumere la funzione di alcuni complementi. In particolare:
- complemento di specificazione:
Ti affido la mia casa, ma devi promettermi che ne avrai cura.
- complemento di argomento:
Ne possiamo discutere.
Ho delle fragole; ne vuoi ?