Se consideriamo la struttura dei sostantivi possiamo trovare nel loro insieme una nuova distinzione. Spesso da un nome possiamo ottenere dei nomi derivati, che conservano il significato fondamentale, espresso dalla radice, ma aggiungendo altri significati medianti i morfemi modificanti ( unità 26).Perciò, i nomi possono essere: primitivi, derivati, alterati e composti. Se il monema modificante precede la radice si chiama prefisso, se si trova tra radice e desinenza è chiamato suffisso. Così possiamo usare un nome primitivo come carta per ottenere una grande varietà di nomi derivati:
monema modificante prefisso | monema lessicale radice | monema modificante suffisso | monema morfologico desinenza |
| CART | → | A |
| CART | ELLA | A |
| CART | OCC(I) | O |
S → | CART → | → | O |
IN → | CART | AMENTO | O |
Un altro procedimento grammaticale che può contribuire a formare il sostantivo è quello della composizione. Se partiamo da un nome semplice e lo sommiamo con un’altra parola otteniamo dei nomi composti. Ad esempio: carta + pecora = cartapecora, segna + carte = segnacarte
Per composizione si ottengono numerosi nomi come: cassaforte, cavatappi, altoparlante, e simili.
- I nomi composti possono risultare dall’unione di:
sostantivo + sostantivo | → pesce + cane | = pescecane |
sostantivo + aggettivo | → cassa + forte | = cassaforte |
aggettivo + sostantivo | → piatta + forma | = piattaforma |
verbo + sostantivo | → porta + foglio | = portafoglio |
verbo + avverbio | → butta + fuori | = buttafuori |
avverbio + sostantivo | → senza + tetto | = senzatetto |
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Non sempre le due parti si compongono in un unico sostantivo: a volte le parole restano semplicemente accostate, come succede, ad esempio nella lingua inglese. Sono diventate di uso comune espressioni come:
- fine settimana, mobile bar, bene rifugio, caso limite, divano letto.
Tipico invece della lingua italiana è infine il processo di alterazione che, operando sulla struttura della parola, permette di ottenere un grande varietà di nomi alterati, grazie ai quali possiamo esprimerci con maggior precisione ed efficacia. Ad esempio nella parola ragazzo al significato fondamentale di persona giovane possiamo aggiungere alcune sfumature inserendo dei monemi modificanti:
a) ragazzo – in - o → più piccolo
b) ragazz – on - e → più grande
c) ragazz - ett - o → nel senso di simpatico, carino
d) ragazz - acc(i) - o → nel senso negativo, di disprezzo
I nomi alterati possono essere:diminutivi, accrescitivi, vezzeggiativi e dispregiativo.
Per capire nel modo corretto la sfumatura di significato che il nome alterato può di volta in volta acquistare, bisogna tener conto dell’intero contesto, che aiuterà a cogliere le intenzioni di chi parla.
I suffissi alterativi possono avere valore diminutivo, accrescitivo, vezzeggiativo e spregiativo.
a) diminutivi – vezzeggiativi:
mamma --------------------→ mammina
vestito ----------------------→ vestitino
letto ---------------------→ lettuccio
libro ----------------------→ libretto
frate -----------------------→ fraticello
b) diminutivi – spregiativi:
paese --------------------→ paesucolo
uomo --------------------→ omiciattolo
montagna ----------------→ montagnetta
romanzo -------------------→ romanzetto
c) accrescitivi - vezzeggiativi:
goloso -------------------→ golosone
d) accrescitivi - spregiativi:
testa --------------------→ testona
giornale -----------------→ giornalaccio
casa --------------------→ casona
Il suffisso alterativo assume valore diversi a seconda del contesto, per esempio, i suffissi diminutivi -ino e -etto: possono segnalare rispetto alle sfumature di significato:
Andiamo nel solito ristorantino?
Ci facciamo una nuotatina?
Ma che bel coretto!
- modestia (più o meno sincera):
Ho preparato questa cosina per ringraziarvi.
Era solo un lavoretto .
Ha invitato tutti nella sua casetta sul lago. (detto di una lussuosa villa)
- disprezzo (valutazione negativa):
Un romanzetto come tanti.
Si presenta sempre con lo stesso sorrisino.
Si può avere un cumulo di suffissi, ed esempio - + -ino:
cassettino, librettino...
oppure acciaio + -one :
omaccione, sporcaccione …
Nell’unità 26 trovi ulteriori approfondimenti per conoscere i meccanismi della derivazione (nomi, aggettivi e verbi)