Subordinate finali
Lavo i denti perché diventino bianchi.
Ho dato i soldi a Luca perché mi compri il nuovo libro di Mastrogiacomo.
Mise le piante all’aperto perché la pioggia le bagnasse.
In entrambi i casi la congiunzione perché introduce una subordinata in cui si dichiara lo scopo, il fine dell’azione espressa nella principale: per questo motivo tali subordinate si chiamano FINALI. Sono riconoscibili perché il nesso logico che esprimono ci è molto familiare, infatti molto spesso dichiarano lo scopo delle nostre azioni, magari in forma differenti: al posto del perché, più usato nel linguaggio quotidiano, troviamo altre congiunzioni come affinché, usato soprattutto nella lingua scritta e altri raramente usati come acciocché e onde. Quando la subordinata è introdotta da questa congiunzione il verbo è sempre espresso al modo congiuntivo. Questo permette anche di distinguere le causali e le finali quando sono introdotte dalla stessa congiunzione "perché"; per esempio io dico:
Ho dato i soldi a Luca perché io non posso fare quell’acquisto.
Mise le piante all’aperto perché gli sembravano sofferenti.
In entrambi i casi la presenza della subordinata del modo indicativo (oltre al senso) ci dice che siamo in presenza di una causale.
La proposizione finale può essere di forma:
a) esplicita
con nesso logico: affinché, perché, che, onde,
verbo al modo: congiuntivo presente o imperfetto.
Lo aspetto affinché possiamo andare in palestra insieme.
Gli telefonerò perché venga presto da noi.
Mi ha chiamata perché lo aiutassi.
L'attore si sforza perché il personaggio sia più credibile è più naturale possibile.
Il regista ha modificato il testo qua e là, affinché riuscisse più gradevole.
b) Nella forma implicita, in genere più usata di quella esplicita, perché più rapida e concisa ha:
nesso logico : per, di, a,
verbo di modo: infinito
Mi sono alzata presto per prendere il treno delle 6, 30.
Sono andata al supermercato a fare la spesa.
Fabrizio fa molta ginnastica allo scopo di dimagrire.