L' articolo determinativo
L'articolo determinativo italiano deriva dalle forme dell'aggettivo dimostrativo latino “ ille, illa che significa quello. Per questa ragione esso determina con precisione il nome a cui è unito.
| maschile | femminile |
singolare | il, lo, l' | la, l' |
plurale | i, gli | le |
L' ARTICOLO DETERMINATIVO
Sul tavolo ci sono i quaderni, le matite, gli acquarelli e i libri. Quello grande e voluminoso con la copertina rossa è il vocabolario.
Gli articoli i, le, gli introducono il nome degli oggetti che così si distinguono: i quaderni non sono le matite, le matite non sono gli acquarelli. Nell'insieme "libri" distingueremo il vocabolario: la sua voluminosità e la pagina colorata sono i due elementi distintivi; l'articolo il introduce nella frase il nome di quel ben determinato tipo di libro.
Si definisce determinativo l'articolo che si utilizza con un nome determinato.
- L'articolo determinativo viene usato nei seguenti casi:
a) quando un nome è determinato, cioè indica un gruppo unitario di elementi (materiali, ma anche azioni, idee o qualità morali):
La matita è uno strumento per scrivere = tutte le matite, non per esempio, i righelli.
L'evidenziatore ha colori fluorescenti.= tutti gli evidenziatori, non le matite.
b) quando il nome indica qualcosa di conosciuto, con particolari qualità:
Il vocabolario ha più di duemila pagine. = quel libro voluminoso, e non il libro di narrativa.
c) quando il nome rimanda a persona o cosa di cui si è già parlato oppure di cui si parlerà successivamente nel discorso.
Paolo il ragazzo che ha vinto il giro d'Italia. = quello che conosciamo = quello di cui si parlerà in seguito.
Oltre a permettere al nome di " articolarsi", cioè d'inserirsi nel discorso, l'articolo svolge un'altra funzione: indica del nome, genere: (maschile - femminile) e il numero (singolare - plurale). Questa funzione è utile specialmente per quei nomi la cui forma è ambigua:
Il pianista = si tratta di un uomo
la pianista = si tratta di una donna.
La dinamo = il nome di questo strumento è femminile.
E, infine, dell'articolo è importante anche la funzione sostantiva: l'articolo, messo davanti a un aggettivo, per esempio "brutto", o a un verbo nella forma dell'infinito, come "avere", ne permette l'impiego in qualità di nome (o sostantivo)
Il brutto della faccenda è che non c'è soluzione.
L'averla sempre vinta ti rovinerà.
Le forme dell'articolo determinativo
L'articolo determinativo si accorda in genere e in numero con il nome cui si riferisce e presenta forme diverse, a seconda di come inizia la parola che segue. In particolare si usano:
gli articoli: il - i, con i nomi maschili, davanti a parole che iniziano per consonante (eccetto x, y, z, s preconsonantica e i gruppi consonantici -gn, -pn, -ps, -sc):
il cane, i cani; il bravo muratore, i bravi muratori.
gli articoli: lo, gli si usano:
lo davanti ai nomi maschili che cominciano con s impura (cioè seguita da un'altra consonante), con -z, con -x, con -pn e -ps, con -gn e -sc, con la semiconsonante -i:
lo sbaglio, lo zaino, lo xilofono, lo psicologo, lo pseudonimo , lo scialle, lo iettatore, lo zenzero, lo gnocco.
Lo si apostrofa davanti a vocale:
l'istinto, l'arco, l'amico, l'elefante, l'ombrello, l'imbuto, l'elicottero.
La forma corrispondente per il plurale è gli:
gli sbagli, gli zaini, gli psicologi, gli gnocchi, gli scialli, gli iettatori;
( gli si può apostrofare solo davanti a i).
Gli articoli la e le: si usano in ogni caso. L' articolo la si apostrofa davanti a qualsiasi vocale, le invece rifiuta generalmente l'apostrofo:
la stella, le stelle; l'ora, le ore; l'entrata, le entrate.
Davanti ai dittonghi ia, ie, io, iu, anche la rifiuta l'apostrofo:
la iena, la iuta.
Usi particolari dell'articolo determinativo
a) Con nomi astratti o di significato generale e coi colori.
Il rosso scarlatto è una tonalità di colore.
b) Con gli aggettivi e pronomi possessi:
La mia chitarra è molto resistente, cade continuamente e non si rompe mai.
c) Con le date non precedute dai giorni della settimana:
Sono nato il 26 gennaio del 1990.
d) Con le parti del corpo o vestiti:
Ho la mano rotta.
e) Prima del cognome di una famiglia:
I Gambino sono persone molto divertenti.
f) Davanti a professioni o titoli di rango:
Il falegname ha fatto un buon lavoro.
g) Davanti a nomi di persone famose:
Il Caravaggio, Il Manzoni.
Non si usa l'articolo determinativo.
a) non si usa con i nomi di parentela quando sono preceduti dall'aggettivo possessivo; perciò si può dire:
mio zio, mia nonna, nostro padre (non la mia cugina, la mia nonna).
Questa omissione dell'articolo, tuttavia non è possibile con col pronome possessivo "loro"; col quale l'articolo deve essere sempre espresso, e perciò si dirà:
il loro zio, il loro nonno, il loro fratello, la loro madre.
Essa non è ammessa neanche quando il nome di parentela sia usato al plurale, o sia accompagnato da un altro aggettivo, o abbia qualche alterazione (sia cioè un diminutivo, un accrescitivo, un vezzeggiativo o un dispregiativo).In tutti questi casi ci vuole sempre l'articolo:
il mio caro zio, il mio nonno, i miei fratellini, le nostre sorelle, il mio zietto, il mio fratellastro.
I nomi papà e mamma sono considerati come vezzeggiativi si dovrà dire perciò
la mia mamma, il mio papà.
b) Nelle descrizioni e nelle numerazioni.
Quando insieme con i nomi ci siano dei numerali:
ho visto due donne;
si fa eccezione tuttavia per alcuni modi di dire:
ero lontano le mille miglia dall'immaginarmelo, è un uomo tra i trenta e i quant'anni.
c) Davanti a nomi di città tranne nei seguenti casi: la Spezia, l’Aquila, la Mecca, l’Aia, il Cairo, l'Avana.
d) Nella maggior parte delle locuzioni avverbiali: di fretta, di proposito, a lungo.
e) Nelle espressioni che hanno valore di avverbi qualificativi: con furbizia, con timidezza.
f) Con i complementi di luogo: a Parigi, a messa, a casa.
g) Davanti a nomi che formano con un verbo un’espressione predicativa: avere sete, avere sonno.
h) Nelle locuzioni in cui un sostantivo integra il significato di un altro: abito da sposa, strumento di lavoro, stanza da pranzo.
i) In alcune espressioni di valore modale o strumentale: In auto, in vestaglia, in costume.
l) Nei proverbi: Can che abbaia non morde.
m) Nelle insegne: Entrata, Uscita, Arrivi, Partenze.
n) In alcune espressioni formate da: verbo + preposizione + nome: Prendere in giro.
o) Nei telegrammi o negli annunci sui giornali: Cercasi barista presenza.
p) Con la preposizione “senza”: senza fretta, senza paura.
q) Nei complementi predicativi: comportarsi da gentiluomo, agire da esperto.