Verbi aspettuali (o fraseologici) e verbi causativi
Alcuni verbi come stare per, cominciare a, continuare a, smettere di, cessare di, ecc., possono accompagnarsi ad altri verbi, di solito all'infinito o al gerundio, per mettere in rilievo alcuni aspetti di continuità, per precisare cioè che una certa azione, un certo stato ha inizio, o continua, o sta per concludersi.
L'esploratore trovò la strada L'esploratore stava per trovare la strada
L'esploratore stava trovando la strada
L'esploratore cominciò a trovare la strada
L'esploratore riuscì a trovare la strada
L'esploratore finì per trovare la strada
Sono chiamati verbi aspettuali dal momento che precisano l'aspetto di un'azione (la sua imminenza, il suo inizio, la sua durata la sua fine). Si chiamano anche verbi fraseologici perché formano delle frasi fatte; servono ad esprimere, con un giro di parole, più di quanto un verbo da solo non significhi.
Sono sul punto di esplodere.
Ho cercato di dormire.
Stava per uscire.
Verbi causativi
Si dicono causativi i verbi fare e lasciare quando sono seguiti da un altro verbo posto all'infinito. In questo caso i verbi fare e lasciare, uniti all'altro verbo, esprimono un 'azione causata, perché fatta eseguire o permessa, dal soggetto, ma compiuta in realtà da altri:
Lo zio ha lasciato uscire il cane da solo.
Francesca ha fatto fare i compiti ai bambini.