La frase complessa o periodo
La frase semplice, composta, compelssa.
Il cuore batteva forte per la paura.
Il periodo semplice.
Della frase semplice o proposizione sappiamo che: il suo nucleo fondamentale è il verbo ( predicato), poi si allarga nel soggetto per finire con gli infiniti complementi.
Le frasi si possono distinguere in tre tipi fondamentali:
- frase semplice o minima: è quella dove ci sono soltanto un soggetto e un predicato:
Il cane corre.
La stufa scalda.
- frase composta: è quella in cui ci sono due o più soggetti soggetti o predicati:
Il medico e il paziente discussero a lungo.
La signora gettò uno sguardo al cielo e vide nuvoloni neri.
- frase complessa: è quella in cui ci sono oltre al soggetto e al predicato i complementi:
Un lampione illuminava la strada.
Il cuore batteva forte per la paura.
Ogni frase ha un significato concluso, compiuto: si può definire ciascuna di esse periodo, che è quindi l'espressione di uno o più pensieri aventi un significato compiuto. Quando è formato da una sola frase si chiama periodo semplice. La frase che lo forma è una frase indipendente, in quanto ha senso compiuto, basta a se stessa; non dipende da altre e non ne regge altre . Tutte queste frasi degli esempi formano periodi semplici (la frase composta con due o più predicati semplice costituisce un insieme di uno o più periodi semplici). Però basta leggere un testo per capire che esistono anche periodi formati da più frasi, strettamente concatenate fra loro, dipendenti l'una dall'altra. Perciò tra frase e periodo c'è un legame molto stretto. Innanzitutto, perché la maggior parte dei periodi risulta da un insieme di frasi, poi perché, anche nel periodo, nucleo logico di ogni frase è il verbo.
IL CONTEGGIO DELLE FRASI DENTRO IL PERIODO
Tanti verbi, tante frasi ma attenzione: in un periodo formato da più frasi unite tra loro da uno stretto legame, esistono tante frasi quanti sono i predicati.
La luna splendeva nel cielo; l'aria era fredda e i lampioni illuminavano la strada.
"Splendeva", "era fredda","illuminavano" sono i tre predicati ad essi corrispondono tre frasi.
Non sempre è così facile isolare i predicati e le frasi relative. È facile se ci sono verbi di modo finito, cioè che indicano la persona; più difficile è il riconoscimento quando sono verbi di modo indefinito. Sono modo indefiniti l'infinito, il
gerundio e il participio. Facendo l'analisi del periodo bisogna fare attenzione.
- periodi con verbi al modo infinito:
Annunciò che non avrebbe tralasciato nulla per avere giustizia.
Scrivere è un'attività piacevole.
Nel primo esempio ci sono tre verbi, quindi tre predicati: "annunciò", "avrebbe tralasciato", "avere". Per sapere se “ per avere giustizia” è realmente il predicato di una frase, devo cercare di trasformare il verbo di modo indefinito “ avere” in un verbo di modo finito. In questo esempio questa trasformazione è possibile: “ per avere giustizia” può essere trasformato in" affinché avesse giustizia”. L'infinito “ avere” si comporta da vero e proprio verbo ed è il fondamento della relativa frase. In questo periodo le frasi sono tre, corrispondenti al numero dei predicati.
Nel secondo esempio, invece, l'infinito "scrivere" ha funzione sostantiva. Invece che da un verbo di modo finito può essere sostituito da un sostantivo (lo scrivere). Quindi il secondo periodo non è formato da due frasi rette da due verbi, ma da un'unica frase il cui unico fondamento è il verbo essere, predicato nominale, di cui "scrivere " è il soggetto, e "un'attività piacevole" è il nome del predicato.
Questo è il meccanismo da seguire: un verbo di modo indefinito, per avere funzione verbale, deve poter essere trasformato in una voce verbale di un modo finito.
1 Il giocatore non passò la palla, pensando di tirare direttamente a canestro.
2 Camminando per strada trovò un anello.
3 Castigando il bambino con cattiveria, non otterrai da lui obbedienza.
4 Festeggiò la vittoria ballando e cantando.
Nel primo esempio: (Il giocatore non passò la palla, pensando di tirare direttamente a canestro) ci sono tre predicati "passò", "pensando", "di tirare". Ma "pensando" ha relamente la funzione di predicato?
Secondo la regola, devo provare a trasformarlo in una voce di modo finito: poiché pensava, è la giusta trasformazione. Il gerundio ha quindi un questa frase funzione di predicato verbale e le frasi sono realmente tre.
Esempio numero due : ( Camminando per strada trovò un anello.)"camminando" può essere trasformato nell'espressione mentre camminava. Il gerundio ha quindi funzione di predicato.Si conclude che le frasi del periodo sono due, corrispondenti ai verbi camminando e trovò.
Nell'esempio numero tre :(Castigando il bambino con cattiveria, non otterrai da lui obbedienza.) "castigando" può essere sostituito dall'espressione di modo finito “se castigherai”.
Il gerundio ha funzione di predicato e le frasi sono due, corrispondenti ai verbi "castigando" e "otterrai".
Nell'esempio n° 4: (Festeggiò la vittoria ballando e cantando) i due gerundi "ballando"" e "cantando hanno funzione sostantiva, perché possono essere sostituiti dai sostantivi "con balli e canti" e, per quanto ci possiamo divertire a provare, non riusciremmo a trasformarli in verbi di modo finito. La frase nel periodo è dunque un sola, corrispondente al verbo “ festeggiò”
Quando c'è un participio passato bisogna prestare attenzione.Infatti, oltre che di voce verbale, il participio passato può avere funzione di aggettivo e di nome.
1 Chiuso il libro, l'uomo si alzò è uscì.
2 La porta, chiusa dal vento, sbatté rumorosamente.
3 Il chiuso le dette una sensazione di pace.
4 Il libro era sul tavolo, chiuso.
Nel primo esempio (chiuso il libro, l'uomo si alzò è uscì.) il participio passato può essere svolto in un'espressione con il verbo di modo finito: "dopo che ebbe chiuso il libro", ed ha quindi funzione di predicato; nel periodo le frasi sono dunque tre corrispondenti ai verbi "chiuso", "si alzò", "uscì".
Nel secondo esempio (La finestra, chiusa dal vento, sbatté rumorosamente.) il participio passato è sostituibile dall'espressione “ che era stata chiusa”; anche in questo caso ha funzione di predicato, come sempre quando dal participio è retto il complemento d'agente o di causa efficiente. Nel periodo le frasi sono due, corrispondenti ai verbi "chiusa" e "sbatté".
Nel terzo esempio (Il chiuso le dette una sensazione di pace.) il participio passato "chiuso" è usato in funzione di sostantivo, infatti ha anche l'articolo. La frase nel periodo è perciò una sola, che corrisponde al verbo “ dette”.
Nel quarto esempio (Il libro era sul tavolo, chiuso.) il participio passato è usata solo in funzione di aggettivo . Nel periodo, perciò, la frase è una sola, corrispondente al verbo “ era” ( si trovava).
Spesso nell'uso del participio passato non è facile distinguere le sue funzioni di verbo o aggettivo. Se dopo aver riflettuto, notiamo che non esiste una funzione predominante, possiamo accettare sia l'una che l'altra
interpretazione.
Rammendò la camicia scucita ( di scucita è accettabile sia la funzione di verbo, sia la funzione di aggettivo).
Attenzione al conteggio dei predicati, e quindi delle frasi, perché sono da controllare anche i verbi servili, quelli fraseologici e le locuzioni verbali perifrastiche.
1) Domani potrò venire, perché non devo partire.
2) Non mi lascio spaventare dalle tue parole e non smetterò di fare ciò che voglio.
3) Sto per imbarcarmi.
Nel primo esempio "potrò" e "dovrò! sono usati come verbi servili, quindi formano predicato unico con i loro rispettivi infiniti, venire e partire.
Nel secondo esempio "lascio" e "smetterò" sono usati come verbi fraseologici ( cioè esprimono una sfumatura nel modo di compiersi dell'azione) e quindi costituiscono predicato unico con gli infiniti a cui sono legati, “ "spaventare" e "fare “.
Nel terzo esempio anche “ sto per imbarcarmi” costituisce predicato unico, perché il verbo vero e proprio imbarcarmi è preceduto da una locuzione verbale perifrastica ( stare per ).
Anche le frasi con predicato sottinteso devono essere analizzate con attenzione: infatti esistono frasi in cui il predicato è sottinteso; esistono anche frasi in cui ad essere sottinteso è il soggetto. Poiché in esse il predicato manca, siamo tentati a non considerarle frasi a tutti gli effetti: invece lo sono, perché anche se il predicato non appare, esiste. Nella frase: "Perché questo atteggiamento?" È sottinteso un predicato (avete). Quindi la catena di parole è un'autentica frase e nel periodo va conteggiata come tale.
Frasi implicite ed esplicite.
Esistono frasi in cui ci sono verbi di modo finito e altre in cui ci sono verbi di modo indefinito e queste ultime possono avere valore di autentica frase solo se il verbo di modo indefinito può essere trasformato in voce di modo finito. Le frasi con verbo di modo finito si chiamano esplicite: sono perciò esplicite tutte le frasi che contengono un verbo all'indicativo, al congiuntivo, al condizionale, all'imperativo.
Verrò domenica,
Verrei domenica,
Se venisse domenica!
Viene domenica.
Le frasi con verbi di modo indefinito, trasformabili in verbi di modo finito, si chiamano implicite. Sono perciò implicite tutte le frasi che contengono un verbo all'infinito, al gerundio e al participio trasformabili in verbi di modo finito.
Disse ciò per farsi notare ( = affinché si facesse notare)
Notato da tutti uscì ( = dopo che fu notato)
Disse ciò pensando di farsi notare ( poiché pensava)
La frase principale nel periodo
Quando incontriamo un periodo formato da più frasi, ci accorgiamo subito che fra esse ce n'è una sola che grammaticalmente si regge senza bisogno di puntelli, ed ha significato compiuto.
Verrò a casa tardi, perché devo finire il lavoro.
Se scompongo il periodo mi accorgo che i predicati sono due: verrò e devo finire. Ad ognuno di essi corrisponde una frase. Delle due l'unica che si regge grammaticalmente da sola, che ha significato compiuto senza bisogno di essere retta da un'altra è verrò a casa tardi. L'altra frase “ perché devo finire un lavoro” non ha significato compiuto se non in presenza di una seconda frase che la regga, la sostenga. In un periodo si chiama principale la frase che si regge da sola. Subordinata ( o dipendente o secondaria) è la frase che grammaticalmente è agganciata ad un'altra senza la quale non può reggersi.
Spesso,ma non sempre, la frase principale ha anche dal punto di vista logico una posizione privilegiata, cioè contiene il messaggio fondamentale della comunicazione. Talvolta, invece, il concetto- base è contenuto nella subordinata.
Era l'alba, quando la casa prese fuoco.
Logicamente, il concetto-base, il messaggio, è contenuto nella subordinata quando la casa prese fuoco. Ma grammaticalmente, tra le due frasi, l'unica che si regge da sola è “ era l'alba”.
Quindi la sola regola valida che bisogna seguire per riconoscere una principale è quella di verificarne l'indipendenza grammaticale rispetto alle altre frasi. Per indipendenza grammaticale si intende la capacità di fornire un messaggio compiuto, che non ha bisogno di altre frasi per essere pienamente compresa.
La posizione della frase principale nel periodo
Non escludo che ritornerò più presto di quanto ho pensato.
Se verrai da me domenica, conoscerai molte persone che ti saranno utili in futuro.
La bambina, che era stata sgridata, si nascose nella sua stanza, perché si sentiva offesa e dispiaciuta.
Nel primo esempio ci sono tre predicati , “ escludo – ritornerò – ho pensato “ corrispondenti a tre diverse frasi. L'unica frase indipendente grammaticalmente è “ non escludo”. È questa, quindi, la principale mentre le altre due frasi sono subordinate. La frase principale è la prima del periodo.
Nel secondo esempio ci sono tre predicati “ verrai- conoscerai- saranno (utili) “, corrispondenti a tre diverse frasi. L'unica indipendente grammaticalmente è “conoscerai molte persone”. È questa quindi la principale, mentre le altre sono subordinate. La frase principale è la seconda del periodo.
Nel terzo esempio ci sono tre predicati “ era stata sgridata – si nascose – si sentiva” , corrispondenti a tre frasi. L'unica frase indipendente grammaticalmente è “ la bambina si nascose nella sua stanza”. È quindi la principale. Le altre due sono subordinate. In questo esempio la principale è stata spezzata in due ( soggetto...predicato) dall'inserimento di una subordinata che, come vedremo, appartiene al tipo relativo relativo ( “che era stata sgridata”).
Un meccanismo simile lo troviamo quando si parla di posizione del soggetto nella frase: non è matematicamente sicuro che la frase principale sia posta all'inizio del periodo, così come non era certo che il soggetto fosse la parola posta all'inizio della frase.
I rapporti di dipendenza tra le frasi: la reggenza
La principale e la subordinata possono reggere altre frasi:
Ho visto una casa che mi è piaciuta.
In questo periodo la frase principale è : “ho visto una casa “ da essa dipende la subordinata “ che mi è piaciuta” ( frase che, senza la principale, non può essere capita). Adesso estendiamo il periodo:
a) Ho visto una casa
b) che mi è piaciuta
c) perché era isolata.
Le frasi sono diventate tre. Quali sono i rapporti di dipendenza tra loro? Sappiamo che b dipende da a: è facile capire che c dipende da b. la frase c ci comunica la ragione, la causa per cui si è verificato quanto dice la frase b. Possiamo esprimere i rapporti di dipendenza fra le frasi parlando di reggenza.
a) regge → b)
b) regge c)
si definisce perciò reggente, in un periodo, una frase da cui dipende un'altra frase. Come si vede da questo esempio ( a+ b + c ) reggente può essere sia la frase principale a), sia la frase subordinata b).
I rapporti di parità fra le frasi: la coordinazione
Le frasi possono stare nel periodo, sullo stesso piano logico.Prendiamo come esempio questi due periodi:
1) Paolo prese il vetrino, lo mise controluce, lo guardò attentamente: era pulito.
2) Annunciò che avrebbe chiuso i suoi rapporti con loro e che si erano comportati da vigliacchi.
Nel primo esempio troviamo quattro predicati, "prese – mise – guardò – era ( pulito)”, corrispondono a quattro frasi.
Tutte le quattro frasi sono di senso compiuto, si reggono da sole, hanno stessa dignità logica: chiamiamo la prima frase la principale ( Paolo prese il vetrino ) e le altre frasi coordinate alla principale.
Nel secondo esempio tre predicati “ annunciò - avrebbe chiuso – erano comportati “ corrispondenti a tre frasi. La principale è dichiarò, le altre due sono subordinate alla prima. Ma la prima subordinata
(che avrebbe chiuso) non regge l'altra subordinata. È coordinata alla frase “ che si erano comportati... chiamerò allora subordinata la frase “ che avrebbe chiuso i rapporti con loro” e coordinata alla
subordinata la frase “ che si erano comportati da vigliacchi”.
Esistono perciò frasi coordinate alla frase principale e frasi coordinate alle frasi subordinate. possiamo definire la coordinata come una frase legata ad un'altra, ma non da un legame di subordinazione; una frase quindi dotata di una funzione logica pari a quella a cui è agganciata. Gli strumenti grammaticali per agganciare tra loro le frasi coordinate sono due: la punteggiatura e l'uso delle congiunzioni.
L'esempio numero 1 dimostra la coordinazione per mezzo della punteggiatura, che viene chiamata anche “ per asindeto”: le frasi sono collegate con segni di interpunzione. L'esempio due illustra una
coordinazione per mezzo della congiunzione;
Periodo composto e complesso
Come la frase, anche il periodo può definirsi:
semplice → quando è formato da un'unica frase, indipendente.
La serata era limpida e chiara;
composto →quando è formato dalla principale e dalle coordinate alla principale. Per esempio
La serata era limpida e chiara: i calciatori erano in campo e i tifosi cantavano allegramente.
complesso → quando è formato dalla principale, dalle subordinate e da eventuali coordinate. Per esempio:
Quando arriverà il treno, siate pronti a salire perché, si ferma per poco tempo, non possiamo perderlo.