Il modo congiuntivo e i suoi tempi

In questa lezione: il congiuntivo che è il modo per esprimere un desiderio, un dubbio, una possibilità. Le situazioni descritte dal modo congiuntivo non sono reali, ma riflettono lo stato d’animo di chi parla o scrive. Ha quattro tempi: presente, imperfetto (tempi semplici) passato e trapassato (tempi composti)

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I modo congiuntivo e i suoi tempi

Solo il modo indicativo possiede una ampia varietà di tempi verbali, come detto nelle lezioni precedenti.

E, se il modo indicativo descrive la realtà, certezza, oggettività, il modo congiuntivo, invece, descrive incertezza, dubbio, probabilità, soggettività.

Osvaldo pensa  che tutti lo  prendano in giro.

Un’altra cosa importante da ricordare: il congiuntivo di solito viene usato nelle frasi subordinate precedute dalla parola “che”. Quasi sempre questa parola ci segnala l’obbligo di usare il congiuntivo.

Il congiuntivo ha solo quattro tempi: un tempo presente e tre tempi passati.

- presente (che io ami),

- imperfetto (che tu amassi),

- passato (che voi abbiate amato)

- trapassato (che tu avessi amato)

1) Presente: esprime un desiderio, un dubbio ritenuti realizzabili nel presente o nel futuro:

Penso (adesso) che Maria vada (adesso) in palestra.

Suppongo (adesso) che Maria stia andando (in questo momento) in palestra.

Credo (adesso) che Luca  abbia (adesso) l’influenza.

Voglio (adesso) che tu vada via (adesso).

Penso  (adesso) che Carlo abbia (adesso) ragione.

Temo (adesso) che Pietro non sia (adesso) a casa.

Non pensi che quel cavallo possa vincere?

Credi (che) sia la corsa giusta?


  Si usa come imperativo alla prima persona plurale e alla terza persona singolare:

Entrino i fantini!

Entrino prima coloro che hanno già il biglietto.

Si fermi qui.

Si accomodi, signora.

  Il congiuntivo non ha il tempo futuro, si usa il congiuntivo presente e, quindi oltre alla contemporaneità indica la posteriorità dell’azione:

spero che tu stia bene ( adesso contemporaneità) e spero che tu venga presto (domani in futuro: posteriorità)

Forme regolari del congiuntivo presente

Come si forma il congiuntivo presente dei verbi regolari:

lavorare

scrivere

partire

capire

io lavor-i

io scriv-a

io part-a

io cap-isc–a

tu lavor-i

tu scriv-a

tu part-a

tucap-isc–a

lui, lei lavor-i

lui, lei scriv-a

lui, lei part-a

lui, leicap-isc–a

noi lavor-iamo

noi scriv-iamo

noi part-iamo

noi cap-iamo

voi lavor-iate

voi scriv-iate

voi part-iate

voi cap-iate

loro lavor-ino

loro scriv-ano

loro part-ano

loro cap-isc–ano

2) Imperfetto: indica un desiderio, un dubbio ecc. in relazione ad un fatto passato:

Credevi che il cavallo perdesse?

Oppure è usato dopo un condizionale:

Preferirei che te ne andassi.

Congiuntivo imperfetto: verbi regolari

cant-are

ved-ere

sent-ire

fin-ire

cantassi

vedessi

sentissi

finissi

cantassi

vedessi

sentissi

finissi

cantasse

vedesse

sentisse

finisse

cantassimo

vedessimo

sentissimo

finissimo

cantaste

vedeste

sentiste

finiste

cantassero

vedessero

sentissero

finissero

Pensavo che tu lavorassi in ospedale.

Vorrei che tu parlassi di più.

Non sapevo che facessi sport!

Vorrei che Luisa vincesse il concorso

Magari il treno arrivasse in orario!


 

essere

avere

fossi

avessi

fossi

avessi

fosse

avesse

fossimo

avessimo

foste

aveste

fossero

avessero

Pensavo che le chiavi fossero nella borsa.

Pensavo che Mario avesse una casa nuova.

Congiuntivo imperfetto: verbi irregolari

fare

dire

bere

porre

tradurre

trarre

stare

facessi

dicessi

bevessi

ponessi

traducessi

traessi

stessi

facessi

dicessi

bevessi

ponessi

traducessi

traessi

stessi

facesse

dicesse

bevesse

ponesse

traducesse

traesse

stesse

facessimo

dicessimo

bevessimo

ponessimo

traducessimo

traessimo

stessimo

faceste

diceste

beveste

poneste

traduceste

traeste

steste

facessero

dicessero

bevessero

ponessero

traducessero

traessero

stessero


 

Pensavo che tu stessi per uscire.

Non ero sicura se tu bevessi vino bianco o quello rosso.

Credevo che Eva e Luca stessero insieme.

ATTENZIONE: Le forme della prima e seconda persona singolare nel congiuntivo imperfetto sono uguali. Quindi, per evitare confusioni bisogna usare i pronomi personali per esempio:

Aldo pensava che io lavorassi in ospedale.

Aldo pensava che tu lavorassi in ospedale.

L’uso del congiuntivo imperfetto

1) Il congiuntivo imperfetto si usa dopo i verbi e le espressioni che richiedono il congiuntivo e serve per esprimere un’azione passata che si svolge contemporaneamente con un’altra azione passata descritta nella frase principale:

Paolo pensava (imperfetto indicativo), che le chiavi fossero sul tavolo.

Ho avuto (passato prossimo) l’impressione che tu stessi male.

3) Passato: esprime un desiderio, un dubbio ecc. passati, in relazione con un fatto presente:

Dubitiamo che il popolo abbia capito.

Luca crederà che tu non abbia voluto parlargli.

Credo che il cellulare sia rimasto sul treno.


4) Trapassato: indica un desiderio, un dubbio, ecc. passati, in relazione con un fatto passato:

Speravano che mi avessero rapito gli alieni.

Credevo che tu avessi già prenotato.

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