Formazione del plurale
L'italiano ha due possibilità per indicare il numero del nome: il singolare e il plurale, che indicano il primo un singolo essere animato o inanimato o una singola classe, il secondo una pluralità.
I nomi mobili nella formazione del plurale si comportano così:
Plurali di nomi (e aggettivi)
A ) nomi in -co e in -go.
a) hanno il plurale in – chi e in -ghi, cioè con la consonante velare (unità fonologia ), i seguenti nomi:
apologo, carico, catalogo, dialogo, epilogo, impiego, monologo, strascico ecc;
b) hanno il plurale in -ci e in -gi, cioè con la consonante palatale i seguenti nomi:
amico, asparago, biologo, chimico, geologo, monaco, teologo, porco, portico ecc.
B) nomi in – ca e in -ga. Hanno il plurale in -chi e in -ghi se maschili:
patriarca / patriarchi, transfuga / transfughi
e in -che e in -ghe se femminini:
amica / amiche, droga / droghe, formica / formiche
(fa eccezione belga (maschile) la cui forma plurale è belgi).
C) nomi in -io. Quando la i è accentata il plurale è in ii:
addio / addii, pendio / pendii, zio / zii .
quando la i non è accentata il plurale è di solito in -i :
armadio / armadi, studio / studi.
D) nomi in – cia e in – gia. Quando l'accento cade sulla i essa si mantiene al plurale:
farmacia / farmacie, regia / regie.
Quando la i non è accentata vale di solito la seguente regola:
la i cade se davanti a – cia e - gia c'è una consonate:
provincia / province, spiaggia / spiagge
la i resta negli altri casi:
camicia / camicie, valigia / valigie.