cant -avo, cant-ai, cant- erei, cant- ammo.
Il verbo è formato da due parti: una parte invariabile chiamata radice o monema lessicale, che contiene e trasmette il significato del verbo;
una parte variabile, quella finale che si chiama desinenza, alla quale è dato il compito di trasmettere molte informazioni.
Un esempio: alcune voci del verbo amare:
am | o | 1ª persona singolare indicativo presente |
-avo | 1ª persona singolare indicativo imperfetto |
-are | infinito presente |
-asse | 3ª persona singolare congiuntivo imperfetto |
-erai | 2ª persona singolare indicativo futuro |
-ando | gerundio presente |
-ato | participio passato |
-ereste | 2ª persona plurale condizionale presente |
-ai | 1ªpersona singolare indicativo passato remoto |
Queste sono alcune delle variabili del verbo. Indicano la persona : 1ª persona, 2ª persona. 3ª persona; il numero:singolare o plurale; il tempo: presente, passato, futuro; il modo: indicativo, congiuntivo,
condizionale, imperativo, participio gerundio, infinito.
La serie completa delle modificazioni delle voci verbali si chiama coniugazione.
Escluso essere e avere che hanno una coniugazione del tutto anomala, i verbi della lingua italiana sono suddivisi in tre coniugazioni. Secondo la terminazione dell’infinito presente si distinguono:
1ª coniugazione se terminano con la desinenza are come:
- guard- are, stanc- are, cant-are, centr-are...
2ª coniugazione se terminano in ere, come:
- splend- ere, corr-ere, accogli-ere, perd-ere …
3ªconiugazione se terminano in ire, come:
- fin-ire, diven-ire, guar-ire, inve-ire, spar-ire...
Oltre alla radice e alla desinenza, di un verbo si può riconoscere la voce tematica, che è presente nell’infinito ( e che appare anche in altre voci) a ( lod-a-re) per la prima coniugazione, e (tem-e-re) per la seconda coniugazione, i (fin-i-re) per la terza coniugazione.
Per la formazione di nuovi verbi, che sono maggiormente legati al linguaggio della politica, della scienza e della tecnica, viene generalmente usata la prima coniugazione:
dissacrare, privatizzare, emarginare, nazionalizzare, sincronizzare e così via.
Verbi regolari e verbi irregolari.
A unire i verbi all’interno di ogni singola coniugazione non è solo la desinenza all’infinito, ma il fatto che essi assumono forme simili, tipiche della loro coniugazione, nei vari modi e tempi. Questo vale per i verbi detti regolari.
In tutte le tre coniugazioni vi sono anche verbi irregolari, che cioè:
andare, vado
- hanno desinenze non regolari:
cadd- i, invece di cad -etti o cad-ei,
- presentano entrambi i fenomeni:
accorg- ersi, mi accors-i.
Alla fine di questa unità trovi un elenco dei verbi più usati tra tali verbi irregolari.