Andare a Canossa ( Significa fare atto di sottomissione, chiedere perdono. )
Canossa era un castello in provincia di Reggio Emilia, posto sul colle. Ne rimangono alcuni ruderi. Il suo nome è legato alla lotta per le investiture, che nel XI secolo vide l'imperatore Enrico IV scomunicato, da Gregorio VII, perché si arrogava il diritto di nominare i vescovi, mentre il vescovo riteneva di sua competenza tale nomina.
Perciò fu colpito da scomunica, che a quei tempi produceva gravi danni giuridici e sociali, i sudditi erano prosciolti dall'obbligo di fedeltà al re, i debitori non erano più tenuti a pagare i debiti. Tra i due massimi poteri della terra, corsero in quelle occasioni, parole grosse. Enrico chiamò Gregorio falso monaco e non papa, poi lo definì spergiuro, adultero e falso apostolo” pensò anche di nominare un anti-papa, alla fine dovette cedere e chiedere perdono. Nel modo più umiliante che si possa immaginare.
Il papa, ospite della marchesa Matilde di Canossa, nel castello di cui si parlava sopra, impose al sovrano un'anticamera durissima: tre giorni fuori dal castello, vestito senza alcuna insegna del grado, a piedi scalzi. Era il gennaio del 1077, in pieno inverno. Al quarto giorno, Gregorio ricevette Enrico e gli concesse il perdono.
Nella secolare lotta tra papato e impero, questo fu, per il papato, il trionfo più alti. Veniva così riaffermato il principio teocratico, secondo cui ogni podestà deriva da Dio, pertanto anche l'autorità terrena deve inchinarsi davanti a quella spirituale, alla volontà del pontefice, che di Dio è il vicario in terra.